La lotta antifascista è una pratica quotidiana che costringe a mettersi in gioco in prima persona, senza potersi nascondere dietro alla democrazia o all’opinione pubblica.
Siamo tornati a Gorizia… teatro il 23 maggio scorso di un corteo antifascista e antimilitarista in risposta a quello dei fascisti di casapound, quando portammo in piazza molti contenuti e mille persone per dire chiaramente che i fascisti non dovrebbero avere alcuna forma di agibilità politica.
La nostra presenza il 19 settembre come Osservatorio regionale antifascista è causata dall’inaugurazione di una sede di CPI [Casapound] a 100 metri dal Comune, in pieno centro città.
Circa duecento persone hanno attraversato le strade che separano la stazione dei treni alla piazza del Municipio scandendo parecchi slogan e spiegando le motivazioni di quella manifestazione ai pochi passanti non impauriti dal terrorismo mediatico dei giorni scorsi.
Ci ritroviamo di fronte una città blindata tutta per noi,chiusi tra camionette e agenti in antisommossa carichi come molle consci del fatto che nessuno di noi fosse realmente preparato o voglioso di fare giochi di forza con la polizia o con i fascisti come sempre protetti dietro alla lunga mano della legge.
Si arriva in piazza del municipio e si decide di far sentire la nostra presenza con musica e interventi di varia natura.
Dal mio punto di vista la giornata poteva finire tranquillamente lì, tanto il messaggio della Questura era chiaro: “voi restate fermi qui e non rompete i coglioni”.
Peccato che ad un certo punto come per magia (ricordandoci che Iannone, il presidente di Casapound, ha condannato in maniera chiara le istituzioni responsabili del fatto di far sfilare degli antifascisti a 100 metri da loro, buttando le mani avanti su eventuali incidenti) alcuni compagni riconoscono due fascisti con tanto di magliette del movimento in mezzo al presidio antifa con macchina fotografica e guanti neri tranquilli come dei turisti, sotto gli occhi attenti della celere poco distante.
La risposta è immediata e uno dei due viene colpito,mentre l’altro si dilegua lasciando il camerata da solo. Parte la prima carica di polizia per separare e portare in salvo il fascista che poco dopo davanti la polizia farà la vittima, ma quello che è successo ci dovrebbe far riflettere sulla gestione di una piazza da parte nostra e la forte agibilità politica della destra oggi più che mai. La situazione ormai è evidente, l’istinto supera la ragione e la lucidità politica viene meno. Un gruppo di antifascisti urla a gran voce spiegazioni ai dirigenti della digos (visto che sarebbero loro i responsabili della gestione e della sicurezza in piazza) davanti alla celere tenuta al guinzaglio. Un secondo momento di tafferugli e parte una seconda e terza carica di alleggerimento (così scriveranno i giornali) nei confronti dei compagni disarmati da parte della guardia di finanza e della celere di Padova. Fortunatamente tranne qualche livido nessuno rimane ferito gravemente o viene portato via. La tensione piano piano cala e si decide per evidenti motivi di tornare tutti assieme alla stazione.
Ricordiamoci che i fascisti di CPI hanno 4 sedi in regione contando questa di Gorizia e sicuramente si mobiliteranno per mettere radici pure a Trieste, come Osservatorio invitiamo tutt* a partecipare ai prossimi presidi e manifestazioni che si terranno in Friuli Venezia Giulia per rispondere colpo su colpo e per impedire loro di insinuarsi con una nuova sede nella nostra città.
.Billy.
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